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Approcci teorico-clinici

  • Terapia cognitivo comportamentale 

 

La psicoterapia cognitivo-comportamentale ha avuto uno sviluppo notevolissimo negli ultimi decenni, fino a diventare la più promettente forma di psicoterapia con efficacia validata.

È, infatti, la terapia che vanta la maggiore conferma scientifica nel panorama nazionale e internazionale.

È una terapia strutturata (si articola secondo una struttura ben definita, benché non in maniera rigida, per assicurarne la massima efficacia), direttiva (il terapeuta istruisce il cliente e assume attivamente il ruolo di “consigliere esperto”), di breve durata (cambiamenti significativi sono attesi entro i primi sei mesi) e orientata al presente (è volta a risolvere i problemi attuali, anche se generalmente l’origine risale all’infanzia).

Essa è finalizzata a modificare i pensieri e le credenze distorte, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi, producendo la riduzione e l’eliminazione del sintomo e apportando miglioramenti duraturi nel tempo.
La Terapia Cognitivo Comportamentale è una terapia adatta al trattamento individuale, di coppia e di gruppo, e funziona a prescindere dal livello culturale, la condizione sociale e l’orientamento sessuale. È validata empiricamente sia con adulti che con bambini e adolescenti.

 

In aggiunta ai riferimenti classici del comportamentismo, la Terapia Cognitivo Comportamentale si basa sul modello cognitivo, che ipotizza che le emozioni e i comportamenti delle persone vengono influenzati dalla loro percezione degli eventi. Non è la situazione in sé a determinare direttamente ciò che le persone provano, ma è piuttosto il modo in cui la interpretano.

All’origine dei disturbi vi è, dunque, un modo distorto di pensare, che influenza negativamente l’umore e il comportamento. La Terapia Cognitivo Comportamentale aiuta le persone a identificare i propri pensieri disfunzionali, ad esempio quelli angoscianti, e a valutare quanto siano realistici. Mettendo in luce le interpretazioni errate e proponendone delle alternative – ossia, delle spiegazioni più plausibili degli eventi – si produce una diminuzione quasi immediata dei sintomi. Infatti, una valutazione realistica delle situazioni e il cambiamento del modo di pensare producono un corrispondente miglioramento dell’umore e del comportamento.

 

  • Terapia analitico transazionale

 

L’Analisi Transazionale (A.T), fa parte della corrente della psicologia umanistico-esistenziale (Maslow, Rogers, Perls, Allport). All'interno di questa, essa si discosta dalla concezione medica della "guarigione da una malattia". Infatti, seguendo Novellino (2003), la sofferenza psichica: "rappresenta un blocco nella crescita e sviluppo del potenziale psicofisico dell'essere umano".  

L’autore a cui si deve l’origine del modello è lo psichiatra Eric Berne (1910-1970). 

Concepisce la struttura mentale organizzata in sottosistemi la cui interazione, nel qui ed ora, genera lo “Stato dell’Io”. La personalità è organizzata in tre sottosistemi interagenti: 

Genitore, Adulto e Bambino (G, A, B), che concorrono, in misura variabile, alla formazione dello stato dell’Io inteso come esperienza soggettiva.
Il comportamento è governato dallo stato dell’Io attivo qui e ora.
Lo stato dell’Io può essere modificato in modo volontario se l’Adulto è sufficientemente consapevole e competente (Berne, 1961; 1963; 1964; 1966; 1970; 1972).

Genitore, Adulto e Bambino sono tre sistemi motivazionali, organizzati secondo criteri diversi, che orientano il comportamento, spesso l’uno in contrasto con l’altro.

 

Ogni persona sviluppa un programma di vita detto “copione” (Berne, 1972): trama complessa di processi consci, preconsci, subconsci e automatici, (Kihlstrom, 1990) che hanno avuto luogo durante tutto il corso della sua vita (Erskine, 1980).
 

Interazioni precoci con i genitori generano convinzioni di base su di sé, sugli altri e sulla vita e l’assunzione di una posizione di relazione: “Io sono OK/non OK, tu sei OK/non OK, gli altri sono OK/non OK”. Il copione e il corso della vita non coincidono necessariamente; tuttavia il secondo segue alcune linee dettate dal primo.
I processi copionali vengono riattivati ogni qualvolta si sperimentano situazioni stressanti e frustranti.

 

L’intervento terapeutico può essere orientato a diversi livelli di profondità. La remissione dei sintomi spesso è raggiunta con un lavoro più incentrato sul comportamento, in altri casi serve operare sul copione e sui conflitti inconsci che caratterizzano le relazioni interne tra Bambino e Genitore. 

 

La salute è caratterizzata dall’autonomia, frutto di consapevolezza, spontaneità e intimità. Il processo terapeutico è fondato sul contratto al cui conseguimento concorrono sia il paziente sia il terapeuta, su un piano di parità.

 

Berne pensa ad un sistema di analisi in cui il paziente viene riconosciuto dotato di un valore intrinseco (“OK”), capace di pensare, di prendere decisioni per la propria vita e di cambiare quelle copionali qualora si rivelino inadeguate.

 

Un individuo autonomo è capace, attivamente, senza appoggiarsi ad altri ed utilizzando le capacità del proprio Stato dell'Io Adulto, di elaborare soluzioni ed intraprendere azioni volte al superamento di un problema. Per ottenere questo cambiamento non basta la comprensione profonda di schemi e modelli di comportamento e quindi del copione di vita; è necessaria la decisione attiva e consapevole di cambiare questi schemi. Solo in questo modo, il cambiamento può essere reale e duraturo. 

Il termine cambiamento è relato a quello di guarigione. Mi piace ricordare come Berne (1966) indicasse che: "[...] il terapeuta non guarisce nessuno. Egli però può aiutare la persona a rimettere in moto il proprio potenziale auto-curativo". 

Ed ancora, egli utilizza la metafora dei "ranocchi e dei principi” per sottolineare che "guarire” significa togliersi la pelle di ranocchio e riprendere lo sviluppo interrotto di principe o di principessa e che il terapeuta deve agire per metter in moto il potenziale auto-curativo di ciascuno. 

Come sistema di psicoterapia l'A.T. è utilizzata nel trattamento di disturbi psicologici di ogni tipo, dai problemi della vita di ogni giorno alle psicosi gravi. Essa è un metodo di psicoterapia individuale, di coppia, di gruppo e familiare. Un caposaldo dell'A.T. è la sua integrazione con la Gestalt, ma l'A.T. integra al suo interno anche la tradizione teorica della teoria delle relazioni oggettuali in campo psicoanalitico, oltre a tecniche cognitiviste e comportamentali. 

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